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  4. Enrosadira sulle Dolomiti
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Francesco
Conosci come è nato il fenomeno che sulle Dolomiti viene chiamato Enrosadira?

Hai presente quei tramonti e quelle albe mozzafiato che chiunque abbia visto le Dolomiti non potrà mai scordarsi per tutta la vita? Quello è proprio il fenomeno dell’enrosadira. Le cime delle Dolomiti, alle prime luci dell’alba e con il tramonto, si infiammano, prendono un rosso fuoco e talvolta un rosa pallido. In particolare, poco prima che la notte avvolga tutto nel blu più scuro, le cime rocciose grigio calcaree si colorano dal giallo chiaro al rosso fuoco, per poi cangiare su sfumature di rosa e viola, con mille striature d’oro.

Sensazioni ed emozioni di fronte a questo fenomeno naturale famoso in tutto il mondo che lasciano ogni volta senza respiro. La ragione fisica dell’enrosadira è presto spiegata. La natura geologica della dolomia, la pietra delle Dolomiti, composta da carbonato di calcio e magnesio, fa accendere le rocce alle ultime luci del sole con queste sfumature meravigliose.

Certamente la sua origine mitologica è più suggestiva. Conosci la leggenda ladina che narra della sua nascita?

Il Re Laurino e l’Enrosadira

Come tanti luoghi dal forte charme e come tutte le cose belle l’origine mitologica supera di gran lunga qualsiasi spiegazione scientifica. Anche l’enrosadira trova tutto il suo fascino nella leggenda di un grande re dei nani, Laurino, che viveva alle pendici di un gruppo di montagne bellissime. Il re amava le bellissime pietre preziose che ricavava dalle sue miniere ed il suo bellissimo giardino di rose, in tedesco Rosengarten (gruppo del Catinaccio). La sua bella figlia, la principessa Ladina, venne però rapita dal Re Latemar . Disperato per il rapimento della figlia Re Laurino morì di crepacuore. Prima di morire maledisse il roseto e ordinò alle sue splendide rose di non fiorire mai più. Dimenticanza del re fu però quella di includere nella disposizione anche alba e tramonto. Da allora, le pareti rocciose del Catinaccio si tingono di rosso e rosa.

Dolomiti “Monti pallidi” e la sua origine geologica

Le splendide Dolomiti, note anche col soprannome di “Monti Pallidi” per il colore grigio latteo delle sue rocce, hanno origine nella notte dei tempi primordiali.

La macchina del tempo ci porta indietro a più di 250 milioni di anni fa. Il Trentino era un’immensa laguna tropicale. I dinosauri scorrazzavano liberi su spiagge infinite lasciando impronte preistoriche che in alcuni casi si sono conservate fino ai giorni nostri. Conosci le famose impronte delle piste dei Lavini di Marco?

In alcune aree i mari tropicali e le splendide lagune venivano interrotte da splendidi atolli con formazioni coralline tanto simili ai nostri attuali Caraibi. Tali conformazioni rocciose, spinte verso l’alto dallo scontro tra placche tettoniche, emersero dagli abissi e altro non sono che le attuali splendide Dolomiti.

Devono il loro nome al naturalista francese Déodat de Dolomieu (1750-1801), che per primo studiò il particolare tipo di roccia di cui sono composte; il loro caratteristico colore cangiante è dovuto alla loro struttura chimica. Si tratta, infatti, di un agglomerato di carbonato di calcio e magnesio con alta capacità riflettente dei colori, capace di riflettere meravigliosamente i colori vividi della luce di albe e crepuscoli dolomitici.