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Francesco
Rifugio Nino Pernici

Conosci uno dei più bei rifugi dell’Alto Garda? Il Rifugio Nino Pernici rappresenta un’incantevole scoperta di gusti, paesaggi e memorie della Grande Guerra.

Si tratta di uno dei rifugi più suggestivi e frequentati dell’Alto Garda Trentino in quanto tutta la zona, sia d’inverno che d’estate, offre panorami magnifici su Dolomiti, Valle di Ledro e sulla zona del Garda trentino. Curiosi di avere qualche ulteriore dettaglio e curiosità?

Non perdetevi il nostro post!

Un po’ di storia…

La comodissima galleria di collegamento tra il lago di Garda e quello di Ledro è una costruzione moderna. Fino a qualche decina di anni fa era la bocca di Trat, a poche decine di metri dal Rifugio Nino Pernici, il valico principale tra la val di Ledro ed il Garda. L’antica strada romana passava proprio lì e questi luoghi sono stati testimoni silenziosi di tanti passaggi storici significativi.
Solo per ricordare alcuni episodi più vicini a noi nel tempo, nel 1866, le truppe Austriache attraversarono la Bocca di Trat come rinforzo a Bezzecca assediata da Giuseppe Garibaldi. Proprio a Bezzecca l’eroe dei due mondi, poco prima di ritirarsi, pronunciò la famosa “obbedisco”.

Cinquant’anni dopo, all’entrata in guerra dell’Italia contro l’impero Austro-Ungarico, la Bocca di Trat divenne il centro logistico della linea difensiva austriaca che saliva dalla Rocchetta fino al Monte Tofino.

Proprio dove oggi sorge il Rifugio Nino Pernici venne edificato un piccolo villaggio di baraccamenti e casematte e proprio dove oggi sorge l’edificio principale del rifugio le foto d’epoca ci mostrano la mensa ufficiali austriaca. Nel 1929, sui suoi resti venne costruito l’odierno Rifugio Pernici.

Da dove partire…

Giunti al Lago di Ledro si attraversa l’abitato di Pieve di Ledro e si svolta a destra seguendo le indicazioni per la Val Concei. Una volta arrivati al villaggio di Lenzumo, seguire le indicazioni per il rifugio Pernici. Sono circa 7 chilometri in auto lungo una strada asfaltata circondata da un folto bosco e prati lussureggianti. Il panorama si apre da subito meraviglioso e pieno di natura rigogliosa.

 

L’automobile va parcheggiata all’imbocco della strada sterrata per proseguire a piedi fino a Malga Trat e, di qui, in una mezz’oretta comoda, si arriva al valico Trat e, poco dopo, al rifugio Pernici.

Il rifugio è molto accogliente, pulito ed ordinato, arredato con fotografie, una piccola libreria, un angolo per i più piccoli e abbellito da numerosi cimeli e reperti della Grande Guerra. Dalle sue finestre è possibile mirare le meravigliose guglie della mazza di Pichea che assomigliano tanto ad un castello di pietra che innalza le sue torri verso il cielo.

Per quanto riguarda la cucina, piatti tipici casalinghi abbondanti che soddisfano molto il palato di tutti.

Per i più ardimentosi consigliamo la salita alla Mazza di Pichea che si staglia di fronte al rifugio. Una volta giunti alla bocca di Trat, si prosegue sulla sinistra lungo il sentiero 420 che si inerpica tra boschetti e declivi prativi.

Per gli appassionati della grande Guerra consigliamo la digressione verso la caverna del Capitano Ludwig Riccabona, comandante della nona Compagnia dei Tiroler Kaiserjaeger. Fu grande comandante di questa linea di fronte per circa due anni, distinguendosi per valore e alte capacità sul campo.

Recentemente è stata anche ricostruita una baracca in legno, esempio di come doveva essere la vita in spazi ristretti durante la Prima Guerra Mondiale. Ripreso il sentiero si avanza verso la bella figura rocciosa della Mazza di Pichea. In pochi minuti si è ad un bivio : dritti si prosegue per le creste del Pichea, a destra si stacca il sentierino che sale alla Mazza aggirandola fino alla sua sommità. L’ultimo breve tratto (10 metri circa) è provvisto di un comodo cordino metallico che necessita solo un po´ di attenzione fino alla grande croce di vetta.

Tips and Tricks

Prima dell’escursione si consiglia di verificare l’effettiva apertura del rifugio contattando il gestore. Dal rifugio è possibile esplorare innumerevoli percorsi di memoria della  Grande Guerra.

Per i consigli più approfonditi chiedere a Marco che, sempre con cordialità, gentilezza e competenza, saprà indirizzarvi sui percorsi più adatti a seconda delle vostre esigenze.

Un grazie particolare a Riccardo Pasquazzo per gli splendidi scatti invernali!