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Francesco
L’Orrido di Ponte Alto a Trento

Si tratta di profondo canyon nei pressi di Trento creato in decine di millenni dalle acque tumultuose del Fersina. Conosci l’Orrido di Ponte Alto a Trento?

Le opere di ingegneria idraulica suscitano sempre interesse e curiosità. Dalla notte dei tempi, gli uomini immaginano e realizzano opere ardite sia per la difficoltà di progetto che per l’ingegnosità di esecuzione. Questo mix di natura e uomo nella storia rende alcune visite speciali e arricchenti. Conoscete l’Orrido di Ponte Alto a Trento?

L’Orrido di Ponte Alto a Trento rivela da subito un forte fascino ed una suggestione profonda. A pieno titolo lo si deve senz’altro inserire nella programmazione di una mezza giornata nelle vicinanze di Trento, a pochi chilometri dall’Ostello Città di Rovereto.

Natura e storia…

Dal punto di vista naturalistico, l’Orrido di Ponte Alto è un profondo canyon creato in decine di millenni dalle acque tumultuose del Torrente Fersina.  Si tratta di un luogo di straordinaria suggestione paesaggistica in cui, attraverso alcuni pochi punti accessibili, ci si immerge in un mondo cupo e sotterraneo. Come dalle immagini proposte, sulle piccole cengie crescono abbarbicati, su tappeti erbosi di capelvenere, pochi alberelli e piccoli tassi.

Dal punto di vista storico, l’impero austroungarico, nel secondo Ottocento, in seguito soprattutto ad alcune alluvioni importanti, decise di intervenire non solo potenziando gli argini sul fondovalle ma anche progettando alcune opere idrauliche di prevenzione in questo punto di forra. In precedenza, fin dal Cinquecento, opere idrauliche in legno erano state costruite e ricostruite ogniqualvolta inondazioni e tracimazioni provvedevano sistematicamente a distruggere ciò che l’uomo costruiva. Con gli ingegneri austriaci, in due momenti storici successivi, dal legno si passa ad enormi pietre rettangolari per creare due sbarramenti dell’altezza complessiva di circa 40 metri.

La visita…

Il percorso prende il via in prossimità del ristorante omonimo e, attraverso una lunga scalinata, in pochi minuti, si viene catapultati nelle profondità della forra di Ponte Alto. Il “consiglio di visita” è certamente quello di dotarsi di un abbigliamento adeguato in quanto schizzi, piccoli rivoli lungo il percorso e tanta umidità renderanno il percorso molto bagnato!

Salti d’acqua, flutti vigorosi, cascatelle e soprattutto il frutto della lotta tra la natura e l’ingegnosità dell’uomo immergono i visitatori per un’oretta di visita.  Il biglietto d’entrata comprende anche, ad orari prestabiliti, una guida dell’Ecomuseo dell’Argentario che racconterà storia ed aneddoti dell’Orrido di Ponte Alto.

La chicca, come tante volte accade, è riservata alla fine del percorso quando, attraverso una suggestiva scala a chiocciola scavata nella pietra rossa dolomitica, si giunge proprio dietro alla cascata principale. Inutile dire che se ne uscirà bagnati, ma felici di poter scorgere da dietro lo scroscio potente il verde degli alberi che cangiano nel rosso ammonitico misto al bianco della pietra calcarea scavate dal turbinio delle acque in migliaia di anni… Giochi di colori e riflessi di luce imperdibili!