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Pasubio Monte Corno Battisti
Pasubio Monte Corno Battisti

La cima del Monte Corno Battisti si trova nel gruppo del Pasubio, all’interno delle Prealpi vicentine, sul territorio trentino.

Teatro del famoso episodio quando, durante la Prima Guerra Mondiale, furono catturati gli irredentisti Cesare Battisti e Fabio Filzi, ancor oggi trasuda di fascino misto di storia e natura selvaggia. Il percorso di partenza per un facile trekking della durata di circa 3 ore prende avvio dalla malga Cheserle sulla strada sterrata che conduce da località Giazzera al rifugio Lancia.

A lato del parcheggio di Malga Cheserle si imbocca il sentiero SAT 122. In circa mezz’ora di passeggiata nel bosco si raggiunge Malga Zocchi e, superata, in pochi minuti si arriva alla bocchetta del Foxi. Di qui si apre un incredibile punto panoramico spaziando dal Monte Testa sulla sinistra fino al Corno Battisti che si comincia ad intravvedere sulla destra.

Il sentiero si fa più esposto con tratti dai panorami suggestivi che portano in una ventina di minuti al punto esatto in cui avvenne la cattura dei due irredentisti trentini, dove tutt’oggi la memoria viene richiamata da due lapidi e alcuni cimeli della prima guerra mondiale.

Di qui si diparte lo stretto sentiero che porta sul Corno Battisti dalla cui cima si può godere di un panorama che, specialmente nelle giornate più terse, spazia dal Carega sulle Piccole Dolomiti, al Monte Zugna all’Altissimo sopra il Lago di Garda. Il ricordo di come poco più di cento anni fa fu teatro di apri combattimenti tra italiani ed austriaci riecheggia ancora tra cengie, valli e vallette nascoste, fossati di vecchie trincee e postazioni di controllo…

Giunti sulla cima di Corno Battisti ci si deve lasciar cullare dalla brezza che spira da fondovalle prima di rientrare sui propri passi per tornare al punto di partenza dell’escursione.

Il percorso di rientro può semplicemente ripercorrere i passi fatti all’andata oppure imboccare la variante che conduce a Sella Menderle per poi ridiscendere verso Malga Zocchi, un percorso tutto da gustare ed assaporare tra i profumi e gli odori di larici e  pini mughi.

Storia: (tratta da 1914-1918 La Grande Guerra sugli Altipiani – Gino Rossato Editore)

“La notte è chiara, splendente di stelle, ma senza luna; i sentieri che si snodano sulle montagne biancheggiano a tratti, per brevi istanti, nel bagliore dei razzi. E’ il tocco: le due prime compagnie del battaglione, la 59a e la 61a, iniziano la salita del canalone che porta alla selletta. La loro marcia si svolge in gran parte al coperto. Tuttavia esse procedono con cautela, fin presso la selletta. Qualche ombra si muove sulle trincee austriache, ma gli attaccanti non s’arrestano: i reticolati sono tosto tagliati: poche fucilate rompono bruscamente il profondo silenzio notturno: gli alpini piombano sui difensori della selletta, li mettono in fuga, occupano la posizione.

La sorpresa è riuscita: all’artiglieria è già stato dato il segnale convenuto. Sono le due. Il capitano Modena, appostato con i suoi in una piccola caverna, sotto i dirupi del Corno, ode, ad un certo momento, la voce del maggiore Frattola, che lo chiama presso di sé; lungo il tragitto, incontra il tenente Brusa, aiutante maggiore, che scende ferito e che gli indica il luogo preciso dove si trova il comandante. Giunto sulla selletta, fa lanciare dal sergente Burba dietro ordine del maggiore, i razzi rossi per avvertire i reparti dell’operazione riuscita e schiera i suoi uomini in una trincea austriaca.”